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La Storia del Telefono

Tanti Nomi e un Solo Progetto

L'invenzione di questo incredibile apparecchio la si deve al fiorentino Antonio Meucci che nel 1871 che dimostrò il funzionamento di quello che battezzò inizialmente telettrofono.
Meucci non fu però il primo a progettare il telefono, 20 anni prima infatti un certo Innocenzo Manzetti progettò un apparecchio elettronico in grado di comunicare a distanza, ma non riuscendo a sviluppare ulteriormente tale idea, restò nel dimenticatoio, causa anche la morte prematura dell'inventore.

Altri tentativi si ebbero nel 1860 da parte di Philip Reis il quale concepì una macchina in grado di trasmettere elettronicamente suoni musicali ma non voce, grazie all'influenza di un campo magnetico.

Nel 1876 Elisha Gray elaborò in maniera del tutto indipendente un apparecchio telefonico funzionante, ma due ore prima di esibire richiesta per il brevetto, un altro inventore presentò la sua per lo stesso  congegno seppur non funzionante. Negli Stati Uniti dunque fu Alexander Graham Bell l'ufficiale inventore del telefono.
Nel 1871 Meucci fece richiesta di un brevetto provvisorio per la sua creazione, rinnovabile ogni anno alla cifra di 10 dollari, ma continuò a farlo solo sino al 1873, non riuscendo a coprire la cifra di 200 dollari per il brevetto definitivo.

Una storia lunga e travagliata quella del telefono che in questi anni ha visto l'Italia e gli Stati Uniti contendersi continuamente la paternità di questo progetto, sino all'11 giugno 2002, quando il Congresso degli Stati Uniti d'America ha riconosciuto ad Antonio Meucci il titolo di padre fondatore del telefono.

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